Fun With Stats II – Inverno 2008

Ottoemmezzo al piumone di mattina.

Con i cani che scaldano le gambe e la faccia  un pelo infreddolita.

Gli occhi che scappano dalla luce della finestra e la mente dall’idea di alzarsi..

Quattro bestemmie scappando sotto al cuscino e un caffè sul comò affianco.

Buongiorno!


Sette alle spolveratine di nevischio.

Quando c’è quel freddo che ghiaccia l’anima e si sta in casa.

Tira vento rumoroso e gelido, fuori tutto è ostile e schifoso.

Si butta un occhio fuori e ci si scalda colla cioccolata.

Silenzio o musica calda.

 —


Otto pieno ai capodanni tranquilli.

Leggermente fuori città per cambiare scenario.

Risate, giochi di società più o meno alcoolici e brindisi.

Poi fuochi e cazzate.

Ben chiuso un anno infame.

 —


Cinque alle solite feste.

Gli auguri che non ho fatto.

Quelli che son obbligato a fare.

Quelli che faccio col cuore ma che poi suonano stronzate.

Quelli stereotipati e glitterosi ricevuti.

Quelli belli che mi fanno sentire imbarazzato.

Bah dai.

 —


Sette alla nevicata.

Quella mancava da un po’ qui da me.

Me ne fotto dei disagi, a me piace quando tutto va in tilt.

Volevo la città sommersa, congestionata e silenziosa.

Stracci son cascati per qualche ora, appiccicandosi a tutto.

Peccato non esser stato esaudito, ma almeno è tutto un po’ più bianco.

 —


Nove allo sciare.

Da anni che non andavo.

Bello sudare tra i monti in discese veloci.

Naso gelido e pon pon al vento.

Non ho il pieno controllo perchè non sono ancora un fenomeno.

Adrenalina.

 —

10 alla mia scoperta dolce.

Interferenze

Poche cose.
Piccole sensazioni.
Positive dopotutto.
PPP… post inutile ma doveroso.Caro blog:
Lo schermo si risintonizza per pochi istanti.
Ad intermittenza passa qualche lento fotogramma .

Una poltrona, una casa.
Il protagonista ha un bicchiere in mano.
Frank Sinatra nell’aria e un cane accovacciato vicino.
Uno sbuffo d’incenso.
Sorride guardando in macchina.
Davvero non si capisce il perchè.

E’ tramonto al tavolo d’un locale.
Stesso lui, altro bicchiere: lungo con bollicine.
Violento cicaleccio d’aperitivo e musichina.
Sorriso brillante, accattivante ed ipocrita.
Di spalle una ragazza bionda, gli parla infervorata.
Un sorso di quel vino.
Una mitragliata di frasi di lei.
Un pensiero:
“Ci voleva poco a stabilire cosa fosse più corposo.”

Adesso si corre su un motorino.
Cielo grigio e silenzio artificiale.
L’inquadratura è in prima persona:
Diretta sulla nuca del guidatore e molto mossa,
Dall’asfalto sconnesso e dal tremore del passeggero, lui.
Le ruote piegano saltellando sui sanpietrini bolognesi.
Auto e bus vicinissimi, da toccarli con la giacchetta sventolante.
Non ha il controllo, sprazzi di paura.
Finalmente qualcosa di vero.

Nessun suono, ancora silenzio, ma qui è quello di una notte autunnale.
La sua adesso è solo una silhouette dalla camminata lenta,
Con un tappeto d’ombra che si allunga verso lo spettatore.
La luce arancione viene da un lampione lontano.
Altre ombre delineano un parco: alberi secchi e panchine in legno.
Si ferma con un passo sospeso a mezz’aria.
Inspira a lungo per non inquinare la quiete negli istanti successivi.
A rallentatore riabbassa il piede e sposta il suo peso, senza respiro.
Si sente uno scricchiolio leggero, sommesso e prolungato.
L’erba verde è velata dal primo ghiaccio.
Non si vede dal vostro schermo ma quella silhouette sorride.
Di nuovo non si capisce il perchè.


Il Robottino

Visto “Walle”, ecco.
E’ ambientato in un futuro lontano 700 anni da noi.
Gli umani hanno consumato la terra e l’hanno abbandonata.
Nel farlo si sono anche trasformati.
Ciccioni privi di scheletro che vivono seduti.
In simbiosi con poltrone hi-tech con cibo a portata di mano.
Presi da monitor e cazzate non si guardano nemmeno in faccia tra di loro.
Bene.
Pensavo che secondo me non dista proprio 700 anni questo futuro.
Tuttaltro cazzo.
Resta che quel robottino è davvero troppo simile a Numero 5.
Quindi, se sbrodolate per Walle, cercate “Corto circuito”.
C’erano già arrivati nel 1986.

Che altro…
Beh, dopo un letargo mentale di quasi cinque mesi il quipresente ha dato un esame.
Per farlo ha visto qualche tramonto in biblioteca.


Ha scoperto la Mediateca e relativa barista equacarinaesolidale.
Poi ha imparato che il vino bianco è buono e il mal di testa prima dei bimbi in piscina no.
Ha cenato con compagni di classe e ha conosciuto il Krisstal.
Conscio di conoscere gente molto più arida e meno consapevole della solitudine di lui,
rimane ugualmente allarmato dalla propria stessa superficialità d’annata.
Ma non male, suvvia.

Cinica nebbia nuova

Mettevo in ordine vecchi scritti e nuovi pensieri.
Ho fatto caso ad una roba.
Sto diventando cinico.
Più cattivo, aguzzo, meno poetico.
Non che sia necessariamente un fatto da interpretare.
Quindi cavalcherò questa nuova tendenza:
non me ne frega assolutamente un cazzo.
Spero che chi conosce capisca e che chi passa per caso gradisca.
C’è bisogno di respirare denso adesso.
Penso questo guadando con la macchina un fiume di nebbia.
Di quelli fitti che si incastrano ogni tanto tra i colli bolognesi.
Spettrale, affascinante, inevitabile.

Mica tanto a post

Capitano post così.
Serate così.
Stasera mi sento svuotato.
Tutti hanno problemi e li scrivono glitterati e lagnosi sui blog.
Clichè penoso ma me ne frego e ci casco.
Si può ben dire: quest’anno mi ha svuotato.
La perla del natale probabilmente assorbirà il fondino rimasto.
Come una spugna gettata sul fondo del secchio.
Resta poco.
Qualche briciola d’insegnamenti amari.
Poco salutare.
Vediamoli assieme.Ti accorgi delle cose preziose quando mancano.
Non ci sono cazzi: sto anatema è vero.
Qui parole rimangono sospese su numeri di telefono polverosi.
Sì, anche nella vita d’un salottiero fighetto come me.
Amicizie dalle complicità arrugginite si sono allentate.
S’è iniziato a contare su poco, a vivere di meno verità.
Ma non te ne accorgi subito.
Lasci cadere gioielli per strada, convinto d’aver le tasche piene.
Sei un pirla, lo sai, ed anche un amore coagula pesante,
inespresso e doloroso.
Gli altri corrono più avanti, superano, doppiano, inesorabili e leali.

Potrei scrivere, goliardico e fiducioso, d’una ripresa futura.
Di nuovi affascinanti orizzonti e prospettive.
Di sorrisi.
D’amore e amicizie vere.
Potrei.
Machissene.

Nel prossimo sarò più leggero, promesso.


* Jean Phiter, “mah!” Twyfelfontein 2004,
appiccicato sullo specchio in camera.

Ottobre-fest

La vita scivola come al solito.
Anzi.
Inciampa e rotola veloce e senza controllo, come al solito.Testa bassa su appunti al sapore di caffè nel legname di aule strette.
Incastrare pranzi costosi in mezzore frenetiche.
Il cuore sospira e s’incrina in macchinazioni cerebrali spesso inutili.
Ma il tempo stringe, si deve correre, neanche il tempo per lo spritz.
Raffiche di rime in macchina scandiscono la corsa per il lavoro.
Fare galleggiare bambini con in testa l’esame di anatomia topografica.
Ho soldi in tasca, li converto in benzina perchè adesso ho un quarto d’ora.
Traffico. Quarto d’ora diventa ritardo.
Verso casa guido d’automa pendando al weekend poco rilassante.
Arrivo al computer, perdo neuroni rilassandomi con il web.

Ah!
In tutto questo organizzo una festa!
Quindi bando alle ciance e facciamo pubblicità!
Mi rivolgo a Bologna e dintorni.
Ma anche a voi lontani daiii!
Venite a ballare alla festa giusta!
La notte di Halloween, Ognissanti o come cacchio vuoi,
al Candilejas Studios, Bologna, berremo e balleremo a volontà!
Ekonomik bar, dj set e pioggia di spumante!
Non mancare!


Più informazioni qui: Wild Staff My Space

Fatto!
Torno a rotolare.
Ciao ciaooo!

Festo da me

Bellissimo,
profumato,
curato,
elegante,
impeccabile,
e stiloso
il nostro eroe ha superato la prima merdosa settimana.Sì, domani sono a casa.
Perchè i parassiti li studieremo a partire dalla settimana prossima.
Quella “simil – signora Fletcher” che parla di vermi e zecche non ci sarà.
Peccato davvero.

Veniamo a noi.
La festa de l’Unità è finita.
M’è piaciuta a questo giro.
Forse perchè l’ho presa a piccole dosi zuccherine.
Bigliardino.
Porcherie alimentari di qualsiasi specie.
Pattinatori, musicisti, drag queens e auto scintillanti.
E tanti tanti stands di oggetti inacquistabili.
Perfetti per riempirsi gli occhi mentre si mangia merda!
Una sera, in territorio PD, ho pure fumato il narghilè.
Quel raffinato macchinario arabo per fumare tabacco aromatizzato.


Sembro un tossico cianotico, però è documentaristica.
Non si può fermare la conoscenza.

Adesso comunicamenti di servizio.
Ho cambiato tutto.
Canale di YouTube, Live Space e le foto su Flickr.
Con quattro click.
Infatti non è cambiato sostanzialmente un cacchio.
Però, pensavo, questo blog ormai è palesemente di facciata.
Si ride, si scherza e si gioca con la grafica.
Tutto finisce lì. (Qui.)
Ci sono io, ok, ma forse “io” sono anche qualcosaltro.
Quindi: qui rinnovo un po’ tutto e poi apro un altro blog.
Forse.
Sempre che il gestore di un blog di facciata (più o meno bello e fresco)
che ne apre contemporaneamente uno nuovo di scleri e deliri personali
sia ancora considerabile sano di mente.
Quando avrò stabilito questo, farò sapere.
Per adesso vi beccate ancora un po’ di storielle.
Ciao ciao.

Pronto per la lezione

Mille di quelle cagate che non ti va ma son, per forza, da fare.
Come mettere in ordine, sparecchiare o lavare la macchina.
Quindi ecco.
Preparazione alla mattanza.
Si può ben dire.
Inizia con uno sguardo all’orario delle lezioni.
Ci vuole un ora di navigazione su internet ma lo trovo.
Guardando il mio si evincono immediatamente tre cose.
Prima:
Iscriversi a questo corso di laurea è da squilibrati.
Dieci ore al giorno rinchiusi pagando quasi duemila soldi all’anno?
Eheh: squilibrato! Per forza.
Seconda:
E’ necessario schiacciare tutta la vita nei weekend.
Il nerd, che non ce l’ha, è a posto.
Io vivrò condensato.
Lavoro, sonno, aperitivi e serate: tutto sottovuoto.
Terza:
Sarà meglio trovarsi una donna in facoltà, o in biblioteca.
Tuttalpiù nelle stalle adiacenti alla facoltà.
Squilibrata, topa da biblioteca o stalliera.
Altrimenti dati i ritmi non si batte chiodo fino all’estate.Conscio di questi postulati,
oggi mi son segnato appunti mancanti, libri, esami
e pure le robine da comprare.


Quindi:
– Quadernone ad anelle,
che è uno (1) e non si perde.
– Fogli a quadretti piccoli,
se no su che cazzo scrivo.
– Segna Materie,
cartoncini colorati per separare le materie,
mai avuti ma sempre invidiati a qualcuno,
quest’anno li voglio.
– Agenda,
rigorosamente piccola e divisa in settimane,
– Profumo,
che è finito e non si va in facoltà senza,
anche se la stalliera probabilmente non se ne accorgerebbe,
– Post it,
possibilmente di un colore meno accecante.